Posts From September, 2018

Open Innovation Club

La prima riunione in presenza dopo due anni di sosta per la pandemia
Open Innovation Club

Si è tenuta presso l’Innovation Hub di Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane di Roma la prima riunione in presenza, dopo due anni di sosta per la pandemia, dell’Open Innovation Club: il chapter, riservato a soggetti di classe Corporate nell’associazione Roma Startup e coordinato dal membro del consiglio direttivo ing. Luca Ruggeri, raggruppa periodicamente i responsabili dei team di innovazione delle maggiori aziende Italiane e delle big tech operanti in Italia per confronti a porte chiuse e con accordo di riservatezza. Nell’Open Innovation Club si condividono esperienze positive e negative, metodologie adottate, problematiche ed obiettivi comuni, facilitando collaborazioni in un clima colloquiale.

I membri attuali dell’Open Innovation Club oltre all'ospite di questo incontro Gruppo FSI sono (in ordine alfabetico): Acea, Cisco, Enel Startup, Eni, Fondazione E. Amaldi, Google, Net Insurance, RDS Radio Dimensione Suono, Terna SpA, TIM WCAP, a cui si sono uniti come osservatori in questo appuntamento rappresentanti di Atlantia, AVIO, Linkem, Sogei.

“Siamo lieti di far ripartire i momenti di incontro del chapter”, spiega Gianmarco Carnovale, Presidente di Roma Startup “questi meeting sono delle importanti occasioni di arricchimento culturale tra soggetti che, confrontandosi sotto la condizione di riservatezza 'Chatham House Rule', sono in grado di accelerare il percorso di adozione delle migliori pratiche apprendendole direttamente dai loro colleghi, migliorando la propria efficacia nel perseguire gli scopi aziendali e contemporaneamente incrementando l’impatto positivo che possono avere sull’ecosistema nazionale".

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Studio OCSE su Startup Act

Presentato ieri a Roma

OCSE - Valutazione Startup Act

L’analisi OCSE sulla policy per le startup innovative – il cd “Startup Act” italiano – rivela una serie di dati inconfutabili sui limiti della normativa: è necessario stringere le maglie dei criteri di accesso al registro delle startup, al fine di concentrare gli incentivi sui potenziali grandi creatori di posti di lavoro; è necessario aumentare le semplificazioni e sburocratizzazioni; è necessario rimuovere il criterio dell’oggetto sociale per l’accesso agli incentivi, che ha creato distorsioni ed asimmetrie basate sulla discrezionalità delle Camere di Commercio; è necessario articolare meglio la filiera degli operatori intermedi (il cd. “ecosistema”), incrementandone la quantità e la professionalità; è necessario insistere sulla formazione; è necessario focalizzarsi sul capitale di rischio anziché sul debito. Tutto ciò è fondamentale che venga fatto prima di aprire i rubinetti della liquidità, passo altresì fondamentale per giocare nella stessa serie dei paesi simili all’Italia, perché ad oggi nel paese non sussistono condizioni “sane” ed operatori sufficientemente preparati per riversare una grande massa di capitali in imprese ad alto potenziale.

Roma Startup apprezza enormemente il lavoro svolto dai tecnici OCSE, le cui conclusioni ricalcano quasi perfettamente quelle della campagna di quasi un anno fa per un nuovo Startup Act italiano, di cui si rinnova l’urgente necessità per frenare la fuga di talenti e di imprese dall’Italia.


Il rapporto in versione integrale:
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